
BI CINA
Il bi è uno dei manufatti più emblematici dell’antica civiltà cinese: un disco di giada, forato al centro, la cui origine si colloca nel periodo neolitico, e più precisamente nell’ambito della cultura di Liangzhu (ca. 3400–2250 a.C.). Successivamente, la produzione e l’uso cerimoniale dei bi si protrassero nelle epoche storiche delle dinastie Shang, Zhou e Han, a testimonianza della continuità e della trasformazione dei significati culturali ad essi associati.
Nel contesto neolitico, i bi appaiono come oggetti rituali di profondo valore simbolico. Tuttavia, in assenza di fonti scritte da parte di queste prime culture, la loro funzione originaria rimane avvolta nel mistero. Le ipotesi formulate dagli studiosi si basano prevalentemente sulla collocazione dei bi nei contesti funerari e sulle analogie con l’uso successivo della giada in epoca storica. È plausibile che nel corso dei secoli il significato del disco bi abbia subito profonde evoluzioni, adattandosi ai mutamenti religiosi, politici e sociali delle diverse epoche.
La giada, minerale di eccezionale durezza e pregio, era già lavorata in Cina circa 7.000 anni fa. Per le sue proprietà fisiche e il suo splendore intrinseco, essa venne eletta a materia prima non solo per utensili e armi da taglio, ma soprattutto per oggetti carichi di valenze spirituali e simboliche. La lavorazione della giada richiedeva tecniche raffinatissime e tempi lunghi, rendendo ogni manufatto un bene di altissimo valore, riservato a classi privilegiate.
Particolarmente significativo è il ritrovamento dei dischi bi nelle tombe dell’aristocrazia, dove essi sembrano assumere il ruolo di strumenti rituali destinati a favorire il passaggio del defunto nell’aldilà, segnando simbolicamente il "sentiero verso il cielo". Questa funzione, eminentemente spirituale, si intreccia con una precisa valenza politica e sociale: il possesso e l’uso dei bi era prerogativa delle élite, e il disco stesso divenne nel tempo emblema di autorità, potere e virtù morale.
Attraverso tutta la storia cinese, la giada fu elevata a simbolo della perfezione interiore e della nobiltà d’animo. Il filosofo Confucio, tra gli altri, la esaltò come metafora delle qualità morali ideali dell’uomo virtuoso. In questo orizzonte di pensiero, il disco bi si configurava non solo come oggetto rituale o distintivo di rango, ma anche come manifestazione concreta di un ordine cosmico e morale che la cultura cinese tradizionale mirava a perpetuare.
Aprile 2025 - design-art-trends
Massimo Scope Antiquario
[email protected]
Tel. 335 711 7987
Il bi è uno dei manufatti più emblematici dell’antica civiltà cinese: un disco di giada, forato al centro, la cui origine si colloca nel periodo neolitico, e più precisamente nell’ambito della cultura di Liangzhu (ca. 3400–2250 a.C.). Successivamente, la produzione e l’uso cerimoniale dei bi si protrassero nelle epoche storiche delle dinastie Shang, Zhou e Han, a testimonianza della continuità e della trasformazione dei significati culturali ad essi associati.
Nel contesto neolitico, i bi appaiono come oggetti rituali di profondo valore simbolico. Tuttavia, in assenza di fonti scritte da parte di queste prime culture, la loro funzione originaria rimane avvolta nel mistero. Le ipotesi formulate dagli studiosi si basano prevalentemente sulla collocazione dei bi nei contesti funerari e sulle analogie con l’uso successivo della giada in epoca storica. È plausibile che nel corso dei secoli il significato del disco bi abbia subito profonde evoluzioni, adattandosi ai mutamenti religiosi, politici e sociali delle diverse epoche.
La giada, minerale di eccezionale durezza e pregio, era già lavorata in Cina circa 7.000 anni fa. Per le sue proprietà fisiche e il suo splendore intrinseco, essa venne eletta a materia prima non solo per utensili e armi da taglio, ma soprattutto per oggetti carichi di valenze spirituali e simboliche. La lavorazione della giada richiedeva tecniche raffinatissime e tempi lunghi, rendendo ogni manufatto un bene di altissimo valore, riservato a classi privilegiate.
Particolarmente significativo è il ritrovamento dei dischi bi nelle tombe dell’aristocrazia, dove essi sembrano assumere il ruolo di strumenti rituali destinati a favorire il passaggio del defunto nell’aldilà, segnando simbolicamente il "sentiero verso il cielo". Questa funzione, eminentemente spirituale, si intreccia con una precisa valenza politica e sociale: il possesso e l’uso dei bi era prerogativa delle élite, e il disco stesso divenne nel tempo emblema di autorità, potere e virtù morale.
Attraverso tutta la storia cinese, la giada fu elevata a simbolo della perfezione interiore e della nobiltà d’animo. Il filosofo Confucio, tra gli altri, la esaltò come metafora delle qualità morali ideali dell’uomo virtuoso. In questo orizzonte di pensiero, il disco bi si configurava non solo come oggetto rituale o distintivo di rango, ma anche come manifestazione concreta di un ordine cosmico e morale che la cultura cinese tradizionale mirava a perpetuare.
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