
Murrine, le perle di vetro di Venezia
Il nome delle antiche perle di vetro, chiamate anche millefiori o murrine, deriva dagli elaborati disegni floreali realizzati con una tecnica nota già nel 1500 a. C. in Mesopotamia, poi perfezionata nei secoli successivi e rielaborata dai Veneziani nel Rinascimento.
I mercanti europei si recavano in Africa portandole con sé, quale preziosa merce di scambio per la tratta degli schiavi e le attività di commercio nelle colonie che controllavano. Tant’è che la perla murrina millefiori viene ancora oggi chiamata in certi paesi “African trade beads”. Inizialmente questi scambi avvennero con mercanti Portoghesi, poi con gli Olandesi, con i Danesi ed infine con gli Inglesi che si rifornivano a Venezia, capitale assoluta nella produzione e nella diffusione di perle di vetro, il cui monopolio conserverà per oltre tre secoli.
Dal racconto di Maria Gabriella Berti:
In Ghana sulla rotta degli schiavi
Il nome delle antiche perle di vetro, chiamate anche millefiori o murrine, deriva dagli elaborati disegni floreali realizzati con una tecnica nota già nel 1500 a. C. in Mesopotamia, poi perfezionata nei secoli successivi e rielaborata dai Veneziani nel Rinascimento.
I mercanti europei si recavano in Africa portandole con sé, quale preziosa merce di scambio per la tratta degli schiavi e le attività di commercio nelle colonie che controllavano. Tant’è che la perla murrina millefiori viene ancora oggi chiamata in certi paesi “African trade beads”. Inizialmente questi scambi avvennero con mercanti Portoghesi, poi con gli Olandesi, con i Danesi ed infine con gli Inglesi che si rifornivano a Venezia, capitale assoluta nella produzione e nella diffusione di perle di vetro, il cui monopolio conserverà per oltre tre secoli.
Dal racconto di Maria Gabriella Berti:
In Ghana sulla rotta degli schiavi