Babilonia
La Torre di Babele, come l'ha dipinta Pieter Bruegel il Vecchio nel 1563, opera esposta al Kunsthistorisches Museum di Vienna.
Babilonia è tra i luoghi più mitizzati dell'antichità, descritta come una delle "sette meraviglie del mondo", dagli autori greci, romani e dagli intellettuali di ogni periodo storico. Nel lIV Sec. a.C. Babilonia è all'apice del suo splendore con Nabuccodonosor II che estende il suo regno in gran parte del medio oriente fino al Pakistan.
Paolo Brusasco scrive"..."[...] a ben guardare, Babilonia appare come una metafora degli aspetti più bui dell'umanità, legati a timori ancestrali [...]". Per molti è rimasta la città della "prostituzione sacra" del peccato e dell'eterna apocalisse, così come ci è arrivata dall'arte e dalla letteratura occidentale. Babilonia è stata una cultura multirazziale dove si parlavano centinaia tra lingue e dialetti già a partire dal V sec. a.C. I Babilonesi ci hanno portato la letteratura dei Sumeri pazientemente ricopiata, e l'aritmetica, la geometria, l'algebra, l'ingegneria, l'astronomia, la fisica, la medicina. Strabone, lo storico greco del I Sec. a.C. riporta alcuni dati della città: "[...] le sue mura hanno un perimetro di 70 Km (85 stadi), ed uno spessore di 9,30 metri (trentadue piedi) che consentono l'incrocio a due quadrivi (8 cavalli in complessivo) [...], (Strabone. Geografia 16, 1, 5). Diodoro Siculo nel 50 a. C. descrive l'Obelisco voluto dalla regina Semiramide. Delle meraviglie di Babilonia ne parlano anche Quinto Curzio Rufo ed Erodoto. Gli studi archeologici interpretano i resti, ciò che è rimasto dal saccheggio nei secoli dei famosi mattoni in cotto marchiati da Nabuccodonosor, da parte di tutte le culture che sono passate su quella terra. Per nostra fortuna rimane la Porta di Ishtar nel Pergamon Museum di Berlino perfettamente ricostruita oltre ad una miriade di ricostruzioni storiche su Babilonia.
S.C.
La Torre di Babele, come l'ha dipinta Pieter Bruegel il Vecchio nel 1563, opera esposta al Kunsthistorisches Museum di Vienna.
Babilonia è tra i luoghi più mitizzati dell'antichità, descritta come una delle "sette meraviglie del mondo", dagli autori greci, romani e dagli intellettuali di ogni periodo storico. Nel lIV Sec. a.C. Babilonia è all'apice del suo splendore con Nabuccodonosor II che estende il suo regno in gran parte del medio oriente fino al Pakistan.
Paolo Brusasco scrive"..."[...] a ben guardare, Babilonia appare come una metafora degli aspetti più bui dell'umanità, legati a timori ancestrali [...]". Per molti è rimasta la città della "prostituzione sacra" del peccato e dell'eterna apocalisse, così come ci è arrivata dall'arte e dalla letteratura occidentale. Babilonia è stata una cultura multirazziale dove si parlavano centinaia tra lingue e dialetti già a partire dal V sec. a.C. I Babilonesi ci hanno portato la letteratura dei Sumeri pazientemente ricopiata, e l'aritmetica, la geometria, l'algebra, l'ingegneria, l'astronomia, la fisica, la medicina. Strabone, lo storico greco del I Sec. a.C. riporta alcuni dati della città: "[...] le sue mura hanno un perimetro di 70 Km (85 stadi), ed uno spessore di 9,30 metri (trentadue piedi) che consentono l'incrocio a due quadrivi (8 cavalli in complessivo) [...], (Strabone. Geografia 16, 1, 5). Diodoro Siculo nel 50 a. C. descrive l'Obelisco voluto dalla regina Semiramide. Delle meraviglie di Babilonia ne parlano anche Quinto Curzio Rufo ed Erodoto. Gli studi archeologici interpretano i resti, ciò che è rimasto dal saccheggio nei secoli dei famosi mattoni in cotto marchiati da Nabuccodonosor, da parte di tutte le culture che sono passate su quella terra. Per nostra fortuna rimane la Porta di Ishtar nel Pergamon Museum di Berlino perfettamente ricostruita oltre ad una miriade di ricostruzioni storiche su Babilonia.
S.C.