Gli Etruschi e "L'ombra della sera"
La statuetta votiva di Velathri, capolavoro dell’arte etrusca è da sempre considerata il simbolo di un’intera civiltà: il popolo Etrusco. Con i suoi 57,4 cm di altezza sfida ricercatori, scienziati archeologi dal 1737, quando Anton Francesco Gori pubblicò il suo "Museum Etruscum" dove la scultura era censita come divinità.
La statua, appartenuta a Filippo Buonarroti (pronipote di Michelangelo), venne acquisita da monsignor Mario Guarnacci che nel 1761 donò la sua collezione archeologica alla città
di Volterra in modo da consentire l'apertura del Museo Etrusco della città, che da lui ha preso il nome. Il laboratorio dell’Istituto di Fisica Applicata del CNR di Firenze, diretto da Salvatore Siano, impiegando laser molto particolari, ha potuto confermare che la statua è di epoca ellenistica, è stata forgiata dagli Etruschi ed è rimasta interrata per millenni prima d’essere trovata. Il metallo utilizzato per la fusione è bronzo composto da 71% di rame, 14% di stagno, 15% di piombo.
La mia opinione.
Questa statuetta stupisce per la sua futuristica modernità che dimostra come l'uomo contemporaneo abbia acquisito i più svariati modelli artistici dall'antichità.
Non mi meraviglio di conseguenza se Giacometti ha fatto suo e reinterpretato questo "modello" che gli ha dato grande successo di critica. Studiare ciò che ci è stato tramandato dal passato è per me fonte di grande emozioni che mi spingono a continuare la mia ricerca della storia, dell'archeologia e dell'arte di tuttii tempi.
S.C. 1998
La statuetta votiva di Velathri, capolavoro dell’arte etrusca è da sempre considerata il simbolo di un’intera civiltà: il popolo Etrusco. Con i suoi 57,4 cm di altezza sfida ricercatori, scienziati archeologi dal 1737, quando Anton Francesco Gori pubblicò il suo "Museum Etruscum" dove la scultura era censita come divinità.
La statua, appartenuta a Filippo Buonarroti (pronipote di Michelangelo), venne acquisita da monsignor Mario Guarnacci che nel 1761 donò la sua collezione archeologica alla città
di Volterra in modo da consentire l'apertura del Museo Etrusco della città, che da lui ha preso il nome. Il laboratorio dell’Istituto di Fisica Applicata del CNR di Firenze, diretto da Salvatore Siano, impiegando laser molto particolari, ha potuto confermare che la statua è di epoca ellenistica, è stata forgiata dagli Etruschi ed è rimasta interrata per millenni prima d’essere trovata. Il metallo utilizzato per la fusione è bronzo composto da 71% di rame, 14% di stagno, 15% di piombo.
La mia opinione.
Questa statuetta stupisce per la sua futuristica modernità che dimostra come l'uomo contemporaneo abbia acquisito i più svariati modelli artistici dall'antichità.
Non mi meraviglio di conseguenza se Giacometti ha fatto suo e reinterpretato questo "modello" che gli ha dato grande successo di critica. Studiare ciò che ci è stato tramandato dal passato è per me fonte di grande emozioni che mi spingono a continuare la mia ricerca della storia, dell'archeologia e dell'arte di tuttii tempi.
S.C. 1998