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Foto
Polvere di stelle per i designer
​del paleolitico

di Alessandro Coscia, archeologo.

Nella preistoria, senza libri, senza scrittura a tramandare il sapere, c’era una scienza? Qualcuno ha detto che devono essere esistiti dei designer, i cui nomi non sapremo mai, che hanno ideato le invezioni fondamentali per il progresso: la ruota, le tecniche di lavorazione dei metalli, la foggia delle prime armi per la caccia ed altro ancora. L’area nord occidentale del Sahara è una delle zone dove la presenza dell’uomo è attestata fin da più di 40.000 a. C. abbiamo tracce di insediamenti umani rivelate anche dal ritrovamento di vari manufatti. Questi strumenti erano ricavati dalle rocce basaltiche e da ossa di animali e venivano utilizzati per le attività quotidiane, per la lavorazione del cibo e per la caccia.
​L’immagine ci mostra un oggetto di forma ovoidale, che sembra di origine extraterrestre per il suo elevato peso, una roccia meteoritica che è stata levigata e sagomata con accuratezza da un abile artigiano, uno di quegli anonimi designer nostri progenitori. Non sappiamo a quale utilizzo fosse destinato: era un’arma per la caccia? Un attrezzo per lavorare il cibo?
Nella zona del Sahara sono stati rinvenuti molti meteoriti: in gran parte le pietre recuperate sono composte da un agglomerato di piccolissime sferule chiamate “condruli” amalgamati in una matrice rocciosa più o meno ricca di inserti metallici, proprio come mostra questo reperto. Il nostro oggetto misterioso potrebbe dunque essere un meteorite a base rocciosa, chiamato anche “areolite”. Non è facile decifrare il significato di oggetti che ora sono muti: comprendere quali gesti e quali obiettivi ci siano stati dietro la realizzazione e l’utilizzo di una pietra come questa sembra un’impresa impossibile. Ma dobbiamo essere aperti al fascino di questo mistero: e forse questo oggetto non era un semplice strumento per azioni pratiche, ma poteva avere un connotato sacro, altrettanto se non più importante. In tutta la mitologia e le religioni antiche abbiamo fonti che parlano di “oggetti piovuti dal cielo”, come le pietre nere sacre, dette “betili” , legate al culto di Cibele, la Magna Mater. La pietra nera venerata a La Mecca è una pietra meteoritica. In India esiste una tradizione secondo cui le montagne un tempo volavano; Indra le scagliò sulla Terra e ve le fissò colpendole con il fulmine. Questo, raccontato con il linguaggio del mito, sembra la descrizione di un meterorite e dell’origine dei betili. Siamo di fronte dunque a un oggetto sacro, residuo di culti antichissimi? 
18 ottobre 2020.

Si ringrazia Federico Longo, ricercatore che lavora come ingegnere progettista nel suo Studio Longo Industries.

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"Ferro caduto dal cielo".pdf
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