HÕBEVALGE di Lennart Meri
"Sulla rotta del vento, del fuoco e dell'Ultima Thule"
Gangemi Editore. 2016
Uno dei testi più conosciuti di Lennart Meri per la prima volta tradotto in italiano dal prof. Monticelli, Università di Tallin. Il progetto è stato curato da Gianni Glinni.
Un saggio appassionante che ha aperto nuove prospettive di studio sui legami antichissimi fra le terre del Baltico e quelle del Mediterraneo.
"Thule" è il nome che nell'antichità, greci e latini attribuirono alla più lontana terra del Nord. Sono state avanzate molto ipotesi sulla sua identificazione (isole Shetland, Islanda, Norvegia). L'autore collega il nome "Thule" alla parola "Tuuli" che significa fuoco a un antico verso ritmico tradizionale dell'Estonia che narra l'origine del lago di Kaali a Saaremaa.
Per approfondimenti, Centro Studi sull'Estonia ed il Baltico.
BLOG: da Alessandro Coscia il 24-03-2020
Lo "sciamanesimo" greco e gli antichi contatti fra il mondo mediterraneo e le regioni del Nord sono fra i temi più controversi e affascinanti della storia antica.
Sono venuto così a contatto con le fonti che parlano di questi personaggi che si collocano fra mito e storia, uomini dotati di qualità soprannaturali (capacità di volare, ubiquità, guarigione, previsione del futuro), la cui origine, in alcuni casi, è legata agli Iperborei e alle regioni dell'Europa dell'Est, ma che fanno parte anche del patrimonio culturale del Mediterraneo: queste stesse capacità soprannaturali erano attribuite a filosofi come Pitagora ed Empedocle.
Gianni Glinni, partito dall'analisi di figure come Abaris l'Iperboreo e Aristea di Proconneso (citati da Erodoto) è finito, per i misteriosi intrecci del caso, sulle rotte dell'ambra e delle "congetture eurasiatiche" indicate dallo storico Carlo Ginzburg. "
Per chi volesse saperne di più
BLOG: da Gianni Glinni il 24-03-2020
[…] Ero presente quando Alfonsina Russo, allora soprintendente, ritrovò a Metaponto il cippo dedicato ad Aristea, dove secondo la tradizione lo stesso sarebbe sparito. Le analogie tra Aristea e Abari Iperboreo e la presenza del seggio di Pitagora a Mataponto, era intrigante. Cosi nacque l'interesse sugli Iperborei miticizzati dai greci. Più che verso occidente sembrava promettente seguire la via dell'ambra baltica, che a Metaponto e in tutta la Lucania è una costante nei ritrovamenti di gioielli con datazioni dall'800 al 400 a.C. Secondo Tacito il popolo che si dedicava al commercio dell'ambra era il popolo degli Aesti, da qui l'interesse per l'Estonia.[…] Il testo non era mai stato tradotto in nessuna lingua pertanto le informazioni in esso contenute erano per lo più ignote agli studiosi occidentali. Da qui l'idea di tradurlo... impresa che è risultata molto più difficile del previsto. Il saggio di Lennart Meri è straordinario, più che per le sue tesi, per la profondità delle riflessioni e per il metodo. Comunque si ricollega un po alla tesi, che fu poi anche quella della scuola di Giorgio Colli, di considerare quanto meno la possibilità di un influsso pan-uralico e baltico su alcune manifestazioni sia religiose che sapienzali diffuse in Grecia e nella Magna Grecia. Da qui lo sciamanesimo finnico e uralico. […]
"Sulla rotta del vento, del fuoco e dell'Ultima Thule"
Gangemi Editore. 2016
Uno dei testi più conosciuti di Lennart Meri per la prima volta tradotto in italiano dal prof. Monticelli, Università di Tallin. Il progetto è stato curato da Gianni Glinni.
Un saggio appassionante che ha aperto nuove prospettive di studio sui legami antichissimi fra le terre del Baltico e quelle del Mediterraneo.
"Thule" è il nome che nell'antichità, greci e latini attribuirono alla più lontana terra del Nord. Sono state avanzate molto ipotesi sulla sua identificazione (isole Shetland, Islanda, Norvegia). L'autore collega il nome "Thule" alla parola "Tuuli" che significa fuoco a un antico verso ritmico tradizionale dell'Estonia che narra l'origine del lago di Kaali a Saaremaa.
Per approfondimenti, Centro Studi sull'Estonia ed il Baltico.
BLOG: da Alessandro Coscia il 24-03-2020
Lo "sciamanesimo" greco e gli antichi contatti fra il mondo mediterraneo e le regioni del Nord sono fra i temi più controversi e affascinanti della storia antica.
Sono venuto così a contatto con le fonti che parlano di questi personaggi che si collocano fra mito e storia, uomini dotati di qualità soprannaturali (capacità di volare, ubiquità, guarigione, previsione del futuro), la cui origine, in alcuni casi, è legata agli Iperborei e alle regioni dell'Europa dell'Est, ma che fanno parte anche del patrimonio culturale del Mediterraneo: queste stesse capacità soprannaturali erano attribuite a filosofi come Pitagora ed Empedocle.
Gianni Glinni, partito dall'analisi di figure come Abaris l'Iperboreo e Aristea di Proconneso (citati da Erodoto) è finito, per i misteriosi intrecci del caso, sulle rotte dell'ambra e delle "congetture eurasiatiche" indicate dallo storico Carlo Ginzburg. "
Per chi volesse saperne di più
BLOG: da Gianni Glinni il 24-03-2020
[…] Ero presente quando Alfonsina Russo, allora soprintendente, ritrovò a Metaponto il cippo dedicato ad Aristea, dove secondo la tradizione lo stesso sarebbe sparito. Le analogie tra Aristea e Abari Iperboreo e la presenza del seggio di Pitagora a Mataponto, era intrigante. Cosi nacque l'interesse sugli Iperborei miticizzati dai greci. Più che verso occidente sembrava promettente seguire la via dell'ambra baltica, che a Metaponto e in tutta la Lucania è una costante nei ritrovamenti di gioielli con datazioni dall'800 al 400 a.C. Secondo Tacito il popolo che si dedicava al commercio dell'ambra era il popolo degli Aesti, da qui l'interesse per l'Estonia.[…] Il testo non era mai stato tradotto in nessuna lingua pertanto le informazioni in esso contenute erano per lo più ignote agli studiosi occidentali. Da qui l'idea di tradurlo... impresa che è risultata molto più difficile del previsto. Il saggio di Lennart Meri è straordinario, più che per le sue tesi, per la profondità delle riflessioni e per il metodo. Comunque si ricollega un po alla tesi, che fu poi anche quella della scuola di Giorgio Colli, di considerare quanto meno la possibilità di un influsso pan-uralico e baltico su alcune manifestazioni sia religiose che sapienzali diffuse in Grecia e nella Magna Grecia. Da qui lo sciamanesimo finnico e uralico. […]
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