Astrolabio الإسطرلاب
Sull’astrolabio esiste una ampia documentazione, essendo stato alla base della navigazione nell’antichità. L’astrolabio è un’invenzione del matematico Teone di Alessandria, del IV secolo.
Studiarono questo strumento Ipparco da Nicea e Giovanni Filopono scienziato del VI sec. che ci ha lasciato il più antico trattato sull'astrolabio ancora consultabile. Il secondo più antico trattato che si è conservato fu scritto in lingua siriaca (Aramaico) da Severo Sebokht, nel VII secolo. Entrambe i trattati sono derivati dai trattati di Teone.
Dalla nostra ricerca risulta interessante notare come a metà dell'VIII sec. gli Arabi giunsero in Siria dove ad Harran, al confine con la Turchia, videro in uso gli astrolabi; difatti il mondo islamico adottò lo strumento per orientarsi nei momenti di preghiera. Un utilizzo che non aveva alcuna relazione con la navigazione di conseguenza. Anche per questo motivo pur essendo utilizzati sia nell’Occidente greco e latino gli strumenti islamici rimasero tecnicamente i più avanzati a tutto il XV sec.
Non solo, nel mondo islamico furono costruiti i migliori astrolabi su base matematica dell'astronomo Albatenius (Muḥammad ibn Jābir al-Ḥarrānī al-Battānī nelle fonti islamiche). Il più antico astrolabio in nostro possesso è datato 315 del Calendario islamico (ossia 927–28).
Nella foto un Astrolabio persiano del XVIII sec. (Museo Whipple di storia della scienza, Cambridge).
S.C.
Milano, 22-04-2023
BLOG: Flora Lufrano 22-04-2024
L'Astrolabio insieme alla bussola ed al sestante sono strumenti ricchi di fascino agli occhi di chi oggi utilizza i più moderni sistemi di navigazione con GPS e localizzatori satellitari. Strumenti che ci rimandano a un mondo antico in cui navigatori si affidavano a oggetti come questi, alle loro conoscenze per navigare verso terre lontane. Saper osservare le stelle del cielo e tradurre la loro posizione per comprendere la propria e decidere in base a questi dati la rotta da seguire era un’abilità indispensabile per i navigatori dell'antichità.
Oggi in Italia sono molti i musei dove si possono ammirare questi strumenti: al Museo Galileo di Firenze, si può vedere l’Astrolabio di Chaucer databile intorno al Quattrocento e appartenuto allo scrittore dei "Racconti di Canterbury", mentre al Museo delle Navi Antiche di Pisa vi sono non solo le barche ma anche oggetti per la navigazione.
Sull’astrolabio esiste una ampia documentazione, essendo stato alla base della navigazione nell’antichità. L’astrolabio è un’invenzione del matematico Teone di Alessandria, del IV secolo.
Studiarono questo strumento Ipparco da Nicea e Giovanni Filopono scienziato del VI sec. che ci ha lasciato il più antico trattato sull'astrolabio ancora consultabile. Il secondo più antico trattato che si è conservato fu scritto in lingua siriaca (Aramaico) da Severo Sebokht, nel VII secolo. Entrambe i trattati sono derivati dai trattati di Teone.
Dalla nostra ricerca risulta interessante notare come a metà dell'VIII sec. gli Arabi giunsero in Siria dove ad Harran, al confine con la Turchia, videro in uso gli astrolabi; difatti il mondo islamico adottò lo strumento per orientarsi nei momenti di preghiera. Un utilizzo che non aveva alcuna relazione con la navigazione di conseguenza. Anche per questo motivo pur essendo utilizzati sia nell’Occidente greco e latino gli strumenti islamici rimasero tecnicamente i più avanzati a tutto il XV sec.
Non solo, nel mondo islamico furono costruiti i migliori astrolabi su base matematica dell'astronomo Albatenius (Muḥammad ibn Jābir al-Ḥarrānī al-Battānī nelle fonti islamiche). Il più antico astrolabio in nostro possesso è datato 315 del Calendario islamico (ossia 927–28).
Nella foto un Astrolabio persiano del XVIII sec. (Museo Whipple di storia della scienza, Cambridge).
S.C.
Milano, 22-04-2023
BLOG: Flora Lufrano 22-04-2024
L'Astrolabio insieme alla bussola ed al sestante sono strumenti ricchi di fascino agli occhi di chi oggi utilizza i più moderni sistemi di navigazione con GPS e localizzatori satellitari. Strumenti che ci rimandano a un mondo antico in cui navigatori si affidavano a oggetti come questi, alle loro conoscenze per navigare verso terre lontane. Saper osservare le stelle del cielo e tradurre la loro posizione per comprendere la propria e decidere in base a questi dati la rotta da seguire era un’abilità indispensabile per i navigatori dell'antichità.
Oggi in Italia sono molti i musei dove si possono ammirare questi strumenti: al Museo Galileo di Firenze, si può vedere l’Astrolabio di Chaucer databile intorno al Quattrocento e appartenuto allo scrittore dei "Racconti di Canterbury", mentre al Museo delle Navi Antiche di Pisa vi sono non solo le barche ma anche oggetti per la navigazione.