Via della Seta di Ferdinand Von Richthofen
Come capita spesso, i nomi arrivano dopo le cose.
La definizione di “Via della Seta” (Seidenstraße, in tedesco), compare per la prima volta nel 1877, in un testo del geografo tedesco Ferdinand von Richthofen. Ma l’antica Via della Seta era in realtà una ragnatela di itinerari, percorsi terrestri, fluviali, rotte marittime, che si snodava fra gli 8000 e i 10000 chilometri, considerando la distanza ideale fra X’ian e Roma. Lungo questo reticolo di contatti si snodavano commerci e traffici di ogni tipo, che riguardavano non solo la seta: spezie, pellami, tappeti, pietre preziose, metalli, sale e sale bianco cristallino che, oltre che per la conservazione di alimenti, era utilizzato nella lavorazione dei metalli. Le vie carovaniere collegavano l’Estremo Oriente, partendo da Chang’an (l’attuale Xi’an), una provincia della Cina centrale, e attraversavano tutta l’Asia e il Medio Oriente, fino all’approdo alle porte dell’Occidente: Costantinopoli/Bisanzio. La seta cinese (la cui natura era ignota, al punto che si pensava fosse di origine vegetale), arrivava così al Mediterraneo e da lì entrava nelle lussuose residenze di faraoni egizi, sovrani ellenistici, imperatori e famiglie nobiliari romane. Altri prodotti, non meno importanti, viaggiavano in senso inverso: anzi, si può dire che tutto iniziò dai cavalli. I sovrani della dinastia Han avevano bisogno di cavalli forti per i loro eserciti. Le razze equine locali erano troppo piccole e poco resistenti per sopportare scontri e battaglie. Per questo motivo, la corte degli Han decise di aprire e regolamentare il commercio lungo la Via della Seta, nel II secolo a.C. Ma prima ancora, passando lungo il bacino del Fiume Giallo, un metallo prezioso come la giada arrivava in Cina, fin dall’epoca della dinastia Shang (1600-1046 a.C.). Oro, argento, lana, pecore e cammelli dal Medio Oriente percorrevano i vari itinerari fino alle regioni cinesi. Insieme alle merci, si diffusero religioni, filosofie e tecnologie, in una sorta di globalizzazione che si muoveva in entrambe le direzioni, da est a ovest e viceversa. Nemmeno le enormi distanze bastarono a frenare questo meraviglioso movimento di materiali e di idee. Il viaggio dalla Siria alla Cina e ritorno durava uno o più anni, e dipendeva dalle condizioni politiche e militari dei paesi attraversati e da variabili climatiche e meteorologiche. Ora viaggiare può essere velocissimo, su quattro ruote e su strade asfaltate, su navi attrezzate a sfidare gli oceani, o sulle rotte aeree. Proprio per questo ci stupisce ancora notare come migliaia di anni fa, nonostante i tempi apparentemente più lunghi, tutto si spostasse comunque in un fantastico intreccio di influssi.
24-03-2020 di Alessandro Coscia
Link al video: STORIE SEGRETE SULLA VIA DELLA SETA Edizione Novembre 2022
Come capita spesso, i nomi arrivano dopo le cose.
La definizione di “Via della Seta” (Seidenstraße, in tedesco), compare per la prima volta nel 1877, in un testo del geografo tedesco Ferdinand von Richthofen. Ma l’antica Via della Seta era in realtà una ragnatela di itinerari, percorsi terrestri, fluviali, rotte marittime, che si snodava fra gli 8000 e i 10000 chilometri, considerando la distanza ideale fra X’ian e Roma. Lungo questo reticolo di contatti si snodavano commerci e traffici di ogni tipo, che riguardavano non solo la seta: spezie, pellami, tappeti, pietre preziose, metalli, sale e sale bianco cristallino che, oltre che per la conservazione di alimenti, era utilizzato nella lavorazione dei metalli. Le vie carovaniere collegavano l’Estremo Oriente, partendo da Chang’an (l’attuale Xi’an), una provincia della Cina centrale, e attraversavano tutta l’Asia e il Medio Oriente, fino all’approdo alle porte dell’Occidente: Costantinopoli/Bisanzio. La seta cinese (la cui natura era ignota, al punto che si pensava fosse di origine vegetale), arrivava così al Mediterraneo e da lì entrava nelle lussuose residenze di faraoni egizi, sovrani ellenistici, imperatori e famiglie nobiliari romane. Altri prodotti, non meno importanti, viaggiavano in senso inverso: anzi, si può dire che tutto iniziò dai cavalli. I sovrani della dinastia Han avevano bisogno di cavalli forti per i loro eserciti. Le razze equine locali erano troppo piccole e poco resistenti per sopportare scontri e battaglie. Per questo motivo, la corte degli Han decise di aprire e regolamentare il commercio lungo la Via della Seta, nel II secolo a.C. Ma prima ancora, passando lungo il bacino del Fiume Giallo, un metallo prezioso come la giada arrivava in Cina, fin dall’epoca della dinastia Shang (1600-1046 a.C.). Oro, argento, lana, pecore e cammelli dal Medio Oriente percorrevano i vari itinerari fino alle regioni cinesi. Insieme alle merci, si diffusero religioni, filosofie e tecnologie, in una sorta di globalizzazione che si muoveva in entrambe le direzioni, da est a ovest e viceversa. Nemmeno le enormi distanze bastarono a frenare questo meraviglioso movimento di materiali e di idee. Il viaggio dalla Siria alla Cina e ritorno durava uno o più anni, e dipendeva dalle condizioni politiche e militari dei paesi attraversati e da variabili climatiche e meteorologiche. Ora viaggiare può essere velocissimo, su quattro ruote e su strade asfaltate, su navi attrezzate a sfidare gli oceani, o sulle rotte aeree. Proprio per questo ci stupisce ancora notare come migliaia di anni fa, nonostante i tempi apparentemente più lunghi, tutto si spostasse comunque in un fantastico intreccio di influssi.
24-03-2020 di Alessandro Coscia
Link al video: STORIE SEGRETE SULLA VIA DELLA SETA Edizione Novembre 2022