LA ROCCIA 12 DI SERADINA I
Documentazione, analisi e interpretazione di un capolavoro dell'arte rupestre alpina
Autore Alberto Marretta
Edizioni del Parco di Seradina - Bedolina. 2018
Il libro di Alberto Marretta è una documentazione utile a comprendere una realtà complessa, per la datazione, i significati delle figure, la stratificazione dei graffiti e la loro posizione, tutte cose queste che viste nel loro insieme raccontano una storia, quasi come un fumetto. Alcuni graffiti, come ad esempio il pugnale lo ritroviamo in varie parti d'Europa. come ad esempio nelle statue stele della Lunigiana. Visitare con una guida le rocce della Val Camonica è una cosa che consigliamo per cogliere i mille aspetti di questa arte in parte misteriosa e sempre emozionante.
Capo di Ponte in provincia di Brescia, borgo della Val Camonica, ha una conformazione geologica che sicuramente ha favorito i popoli della vallata a lasciare testimonianze della loro presenza: storie di caccia e di vita, incise su rocce lisciate e sagomate dai ghiacciai.
La Val Camonica è ricca di 2000 rocce in oltre 180 località presenti in 24 comuni. Per motivi di studio e ricerca le rocce sono state numerate a partire dalla ROCCIA 1 e nel loro insieme offrono un quadro di graffiti rupestri che raccontano la vita dei Camuni.
L' UNESCO ha riconosciuto la Valcamonica, sito Patrimonio dell'Umanità dal 1979, per l'immenso valore geologico, archeologico, antropologico e storico.
Alberto Marretta è un ricercatore che ha dedicato grande parte del suo lavoro ad analizzare e interpretare le incisioni della ROCCIA 12 di Serandina 1. Un lavoro colossale che ci consente di avere oggi ben archiviata e consultabile uno degli aspetti dell'arte rupestre alpina.
Dei Camuni gli storici dell'antichità hanno lasciato la loro testimonianza negli scritti di Strabone, Plinio il Vecchio, Catone e Cassio Dione.
Nei graffiti rupestri sono state trovate quasi duecento iscrizioni dove risulta visibile l'influenza degli alfabeti Etruschi; anche le popolazioni celtiche entrarono in contatto con la popolazione camuna, la prova è la presenza nelle incisioni rupestri della Val Camonica, di divinità celtiche.
Roma assoggettò la Val Camonica durante le campagne di conquista di Augusto di Rezia e dai suoi generali Druso, Tiberio e Publio Silio Nerva, che assoggettò anche le valli del comasco e del Garda oltre alle popolazioni della Val Venosta. Le tribù alpine dei Camuni, cacciatori della valle Camonica probabilmente non poterono convivere con l'organizzazione romana anche se a Cividate Camuno, nella parte bassa della vallata, sono presenti varie testimonianze romane sui camuni.
design-art-trend [arte da non dimenticare]
Capo di Ponte (Brescia), 18-08-2021
BLOG. Sergio Musati scrive 26-19-2021 -19,34
Ufficialmente i romani conquistano la Valcamonica nel 16 a.C. ma elementi archeologici di recente indagati possono affermare che la romanizzazione sia iniziata almeno all'inizio del primo secolo a.C. e che comunque non ci fu conquista cruenta... anzi par di capire che i camuni svolsero azione di scouting ai romani nella penetrazione alpina, anche in virtù del fatto che con Claudio (al più tardi con Vespasiano) acquisirono la cittadinanza romana con iscrizione alla tribù Quirina (tribù di appartenenza della gens giulio-claudia). La città romana che oggi chiamiamo Cividate Camuno (Civitas Cammunorum) conserva reperti eloquenti dell'importanza per i romani di questa valle e dei suoi abitanti: foro, teatro, anfiteatro, terme, santuario alla dea Minerva.
Documentazione, analisi e interpretazione di un capolavoro dell'arte rupestre alpina
Autore Alberto Marretta
Edizioni del Parco di Seradina - Bedolina. 2018
Il libro di Alberto Marretta è una documentazione utile a comprendere una realtà complessa, per la datazione, i significati delle figure, la stratificazione dei graffiti e la loro posizione, tutte cose queste che viste nel loro insieme raccontano una storia, quasi come un fumetto. Alcuni graffiti, come ad esempio il pugnale lo ritroviamo in varie parti d'Europa. come ad esempio nelle statue stele della Lunigiana. Visitare con una guida le rocce della Val Camonica è una cosa che consigliamo per cogliere i mille aspetti di questa arte in parte misteriosa e sempre emozionante.
Capo di Ponte in provincia di Brescia, borgo della Val Camonica, ha una conformazione geologica che sicuramente ha favorito i popoli della vallata a lasciare testimonianze della loro presenza: storie di caccia e di vita, incise su rocce lisciate e sagomate dai ghiacciai.
La Val Camonica è ricca di 2000 rocce in oltre 180 località presenti in 24 comuni. Per motivi di studio e ricerca le rocce sono state numerate a partire dalla ROCCIA 1 e nel loro insieme offrono un quadro di graffiti rupestri che raccontano la vita dei Camuni.
L' UNESCO ha riconosciuto la Valcamonica, sito Patrimonio dell'Umanità dal 1979, per l'immenso valore geologico, archeologico, antropologico e storico.
Alberto Marretta è un ricercatore che ha dedicato grande parte del suo lavoro ad analizzare e interpretare le incisioni della ROCCIA 12 di Serandina 1. Un lavoro colossale che ci consente di avere oggi ben archiviata e consultabile uno degli aspetti dell'arte rupestre alpina.
Dei Camuni gli storici dell'antichità hanno lasciato la loro testimonianza negli scritti di Strabone, Plinio il Vecchio, Catone e Cassio Dione.
Nei graffiti rupestri sono state trovate quasi duecento iscrizioni dove risulta visibile l'influenza degli alfabeti Etruschi; anche le popolazioni celtiche entrarono in contatto con la popolazione camuna, la prova è la presenza nelle incisioni rupestri della Val Camonica, di divinità celtiche.
Roma assoggettò la Val Camonica durante le campagne di conquista di Augusto di Rezia e dai suoi generali Druso, Tiberio e Publio Silio Nerva, che assoggettò anche le valli del comasco e del Garda oltre alle popolazioni della Val Venosta. Le tribù alpine dei Camuni, cacciatori della valle Camonica probabilmente non poterono convivere con l'organizzazione romana anche se a Cividate Camuno, nella parte bassa della vallata, sono presenti varie testimonianze romane sui camuni.
design-art-trend [arte da non dimenticare]
Capo di Ponte (Brescia), 18-08-2021
BLOG. Sergio Musati scrive 26-19-2021 -19,34
Ufficialmente i romani conquistano la Valcamonica nel 16 a.C. ma elementi archeologici di recente indagati possono affermare che la romanizzazione sia iniziata almeno all'inizio del primo secolo a.C. e che comunque non ci fu conquista cruenta... anzi par di capire che i camuni svolsero azione di scouting ai romani nella penetrazione alpina, anche in virtù del fatto che con Claudio (al più tardi con Vespasiano) acquisirono la cittadinanza romana con iscrizione alla tribù Quirina (tribù di appartenenza della gens giulio-claudia). La città romana che oggi chiamiamo Cividate Camuno (Civitas Cammunorum) conserva reperti eloquenti dell'importanza per i romani di questa valle e dei suoi abitanti: foro, teatro, anfiteatro, terme, santuario alla dea Minerva.
Petroglifo camuno.pdf |
Capo di Ponte - Guida Sergio Musati.pdf |