Le GALLERIE d’ITALIA. I MARMI TORLONIA
Milano, 25-06- 19-09-2022
Mostra a cura di Salvatore Settis e Carlo Gasparri
nell’ambito del Progetto Cultura di Intesa Sanpaolo
© Fondazione Torlonia
Viene presentata a Milano la mostra i Marmi di Torlonia nota come la più importante collezione privata d’arte antica al mondo. Un insieme eccezionale di opere proveniente dalla grande capacità della famiglia Torlonia di gestire l’arte ma non solo, anche il denaro e il potere.
Infatti tutto ha inizio per i Torlonia con il commercio di drapperie in Piazza di Spagna nel 1725 a cui fa seguito circa 60 anni più tardi la fondazione della Banca di cambio nel 1782, Banca che nel giro di pochi anni fa ingenti prestiti a Casa Savoia, ai Bonaparte ed a Napoleone III e per ultimo anche a risolvere i problemi finanziari di Papa Gregorio XVI.
Ma come è stato possibile una crescita così veloce per la Famiglia Torlonia?
Nel 1800 Giovanni Torlonia acquista tutti i materiali dello studio dello scultore, restauratore e copista Bartolomeo Cavaceppi che comprendeva 400 opere antiche, 90 copie di esemplari antichi, 600 sculture frammentarie, 200 fra modelli e bozzetti in terracotta oltre e 350 calchi in gesso. Nel 1809 si arricchisce la collezione con oltre 260 opere del Marchese Giustiniani. Sicuramente appare evidente l’attenzione del Torlonia nei confronti dell’arte che è attiva anche in importanti campagne di scavi: nella Tenuta della Caffarella, nella Villa di Massenzio, nella tenuta di Romavecchia. (1800-1857). Segue l’acquisto dai Corsini dell’edificio in via della Lungara che viene ristrutturato come Museo Scavi. Dalla famiglia Albani sulla salaria vengono trasferite altre 50 sculture. Tutto il materiale acquisito viene pubblicato in un catalogo periodico edito dai Torlonia anche in francese ed inglese che offre, a partire dal 1869 le sculture raccolte e conservate nelle tanti risorse dedicate all’arte. Nel contempo nel 1727 Giovanni Torlonia acquista il feudo di Romavecchia assumendo il titolo di Marchese. Nel 1803 acquista il feudo di Bracciano assumendo il titolo di Duca. Nel 1814 la famiglia acquista il feudo di Civitella Cesi ed assume il titolo di Principe. Comprare i feudi è sicuramente un impegno economico notevole che lascia comprendere come la Famiglia sia efficiente nel reperimento delle risorse economiche dal commercio dell’arte storica reperita negli scavi e nelle collezioni acquisite.
Alessandro Torlonia viene oggi definito il primo banchiere italiano di respiro europeo per aver visitato e stretto amicizie in molte capitali europee e con i Rothschild di Parigi. Papa Gregorio XVI offrì ai Torlonia la grande occasione chiamandolo a fornire la sua consulenza, per riorganizzare la gestione del suo debito.
Consolidata e ampliata l'attività del Banco, Alessandro Torlonia sposò, nel 1840, la giovanissima principessa Teresa Colonna. Da lei ebbe due figlie: Anna Maria e Giovanna Giacinta Carolina. La fortuna della famiglia aveva raggiunto l'apice e a tutti gli effetti era parte importante della nobiltà romana.
Facciamo presente che il periodo storico di cui stiamo parlando si vede la scultura Neoclassica all’apice dell’interesse della borghesia nel periodo tra il 1750 e il 1850 periodo nel quale il Canova viene soprannominato “il nuovo Fidia”.
In questo sito si parla di Collezione Torlonia
Milano, 25-06- 19-09-2022
Mostra a cura di Salvatore Settis e Carlo Gasparri
nell’ambito del Progetto Cultura di Intesa Sanpaolo
© Fondazione Torlonia
Viene presentata a Milano la mostra i Marmi di Torlonia nota come la più importante collezione privata d’arte antica al mondo. Un insieme eccezionale di opere proveniente dalla grande capacità della famiglia Torlonia di gestire l’arte ma non solo, anche il denaro e il potere.
Infatti tutto ha inizio per i Torlonia con il commercio di drapperie in Piazza di Spagna nel 1725 a cui fa seguito circa 60 anni più tardi la fondazione della Banca di cambio nel 1782, Banca che nel giro di pochi anni fa ingenti prestiti a Casa Savoia, ai Bonaparte ed a Napoleone III e per ultimo anche a risolvere i problemi finanziari di Papa Gregorio XVI.
Ma come è stato possibile una crescita così veloce per la Famiglia Torlonia?
Nel 1800 Giovanni Torlonia acquista tutti i materiali dello studio dello scultore, restauratore e copista Bartolomeo Cavaceppi che comprendeva 400 opere antiche, 90 copie di esemplari antichi, 600 sculture frammentarie, 200 fra modelli e bozzetti in terracotta oltre e 350 calchi in gesso. Nel 1809 si arricchisce la collezione con oltre 260 opere del Marchese Giustiniani. Sicuramente appare evidente l’attenzione del Torlonia nei confronti dell’arte che è attiva anche in importanti campagne di scavi: nella Tenuta della Caffarella, nella Villa di Massenzio, nella tenuta di Romavecchia. (1800-1857). Segue l’acquisto dai Corsini dell’edificio in via della Lungara che viene ristrutturato come Museo Scavi. Dalla famiglia Albani sulla salaria vengono trasferite altre 50 sculture. Tutto il materiale acquisito viene pubblicato in un catalogo periodico edito dai Torlonia anche in francese ed inglese che offre, a partire dal 1869 le sculture raccolte e conservate nelle tanti risorse dedicate all’arte. Nel contempo nel 1727 Giovanni Torlonia acquista il feudo di Romavecchia assumendo il titolo di Marchese. Nel 1803 acquista il feudo di Bracciano assumendo il titolo di Duca. Nel 1814 la famiglia acquista il feudo di Civitella Cesi ed assume il titolo di Principe. Comprare i feudi è sicuramente un impegno economico notevole che lascia comprendere come la Famiglia sia efficiente nel reperimento delle risorse economiche dal commercio dell’arte storica reperita negli scavi e nelle collezioni acquisite.
Alessandro Torlonia viene oggi definito il primo banchiere italiano di respiro europeo per aver visitato e stretto amicizie in molte capitali europee e con i Rothschild di Parigi. Papa Gregorio XVI offrì ai Torlonia la grande occasione chiamandolo a fornire la sua consulenza, per riorganizzare la gestione del suo debito.
Consolidata e ampliata l'attività del Banco, Alessandro Torlonia sposò, nel 1840, la giovanissima principessa Teresa Colonna. Da lei ebbe due figlie: Anna Maria e Giovanna Giacinta Carolina. La fortuna della famiglia aveva raggiunto l'apice e a tutti gli effetti era parte importante della nobiltà romana.
Facciamo presente che il periodo storico di cui stiamo parlando si vede la scultura Neoclassica all’apice dell’interesse della borghesia nel periodo tra il 1750 e il 1850 periodo nel quale il Canova viene soprannominato “il nuovo Fidia”.
In questo sito si parla di Collezione Torlonia
Ulisse e il montone.pdf |